Fondamenti della progettazione antisismica: ricerca di un linguaggio comune fra architettura e ingegneria

È in programma alla Casa dell’Architettura il primo dei due convegni dedicati alla progettazione antisismica organizzati dall’Ordine degli Architetti di Roma.

Durante la giornata, esperti di settore interverranno sugli effetti dei terremoti sul costruito, sulle tecniche di consolidamento strutturale e sulle le ultime ricerche in corso per sviluppare materiali e meccanismi che migliorino la risposta alle scosse e indirizzino una progettazione mirata degli edifici.

L’iniziativa intende inoltre migliorare il confronto e la trasmissione di conoscenze tra strutturisti e progettisti architettonici.

Apriranno i lavori, Flavio Mangione, presidente dell’Ordine Architetti Roma e Silvio Salvini, consigliere OAR.

Interverranno: prof. ing. Enzo Siviero, Docente Università IUAV di Venezia, prof. ing. Umberto Sannino, Docente Technical University of Civil Engineering of Bucharest, prof. ing. Alberto Parducci, Docente Università degli Studi E-campus.

La seconda parte dell’incontro, moderata dal prof. ing. Siviero vedrà la partecipazione di Silvio Salvini, Consigliere OAR, e del prof. ing. Pier Franco Ventura.

Programma completo

Fondamenti della progettazione antisismica
Ricerca di un linguaggio comune fra architettura ed ingegneria
Casa dell’Architettura, Piazza Manfredo Fanti 47, Roma
martedì 10 luglio 2018 | ore 14.00 – 19.00

Iscrizione
La partecipazione all’evento riconosce 4 CFP.
È obbligatoria la registrazione online su ordine.architettiroma.it

Maggiori informazioni:
http://ordine.architettiroma.it/

Permesso di costruire: come ottenerlo

Edilizia libera e nuove costruzioni: come chiedere l’autorizzazione al Comune per lavori interni o esterni.

Stai facendo dei lavori su un terreno di tua proprietà: oltre a ristrutturare la sagoma di un’abitazione già costruita, intendi realizzare delle nuove strutture per ampliare la volumetria. Sai che per questi lavori ci vuole il permesso di costruire, tuttavia hai urgenza di avviare le attività per anticipare la cattiva stagione, momento durante il quale la ditta incontrerà rallentamenti di tutti i tipi. Prima di presentare la pratica in Comune ti chiedi dunque come ottenere il permesso di costruire e, soprattutto – tenuto conto delle lungaggini burocratiche tipiche della nostra pubblica amministrazione – quanto tempo ci vuole per avere il permesso del Comune. In questo articolo, dopo aver spiegato quali sono gli interventi di “nuova costruzione” – quelli cioè per i quali è necessaria la licenza edilizia – ti indicheremo come avviene la procedura per la richiesta e il rilascio del permesso di costruire. Ma procediamo con ordine.

Indice

1 Per quali costruzioni ci vuole il permesso di costruire?
2 Come chiedere il permesso di costruire
3 Regola del silenzio assenso

Certamente saprai che il permesso di costruire – quello che un tempo veniva definito “licenza edilizia” – è necessario nei seguenti casi:

interventi di nuova costruzione;
interventi di ristrutturazione urbanistica;
interventi di ristrutturazione edilizia che portino a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino modifiche della volumetria complessiva degli edifici o dei prospetti, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli.

Vediamo, più nel dettaglio quali sono gli interventi di nuova costruzione. Comunemente si crede che l’autorizzazione del Comune va richiesta quando si crea nuova superficie calpestabile e coperta. In realtà non è così poiché anche un gazebo, che per sua natura è aperto da tutti e quattro i lati può richiedere il permesso di costruire; stesso discorso per un soppalco quando va a creare uno spazio vivibile.

Per rendere più agevoli tali distinzioni, di recente è stato approvato il “glossario dell’edilizia libera” ove vengono indicate, a titolo esemplificativo, le attività che non richiedono permessi. Leggi Lavori in casa senza bisogno di permesso di costruire.

Possiamo elencare, tra gli interventi di nuova costruzione, le seguenti opere:

la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sagoma esistente (fermo restando quanto previsto per gli interventi pertinenziali);
gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal Comune;
la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che comporti la trasformazione in via permanente di suolo inedificato;
l’installazione di torri e tralicci per impianti radioricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di telecomunicazione;
l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, ad eccezione di quelli che siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee o siano ricompresi in strutture ricettive all’aperto per la sosta e il soggiorno dei turisti, previamente autorizzate sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, in conformità alle normative regionali di settore;
gli interventi pertinenziali che le norme tecniche degli strumenti urbanistici, in relazione alla zonizzazione e al pregio ambientale e paesaggistico delle aree, qualifichino come interventi di nuova costruzione, ovvero che comportino la realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell’edificio principale;
la realizzazione di depositi di merci o di materiali, la realizzazione di impianti per attività produttive all’aperto ove comportino l’esecuzione di lavori cui consegua la trasformazione permanente del suolo inedificato.
Come chiedere il permesso di costruire
Il proprietario o il possessore dell’immobile che intende chiedere il permesso di costruire in Comune è tenuto a presentare apposita istanza allo Sportello Unico, corredata di un’attestazione concernente il titolo di legittimazione (ad esempio l’atto di acquisto e di proprietà), dagli elaborati progettuali richiesti e dagli altri documenti richiesti dal singolo caso.

Con l’istanza va allegata una dichiarazione del progettista abilitato il quale deve asseverare la conformità del progetto ai cosiddetti “strumenti urbanistici” approvati e adottati, ai regolamenti edilizi vigenti e alle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia e, in particolare, alle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie e relative all’efficienza energetica.

Entro 10 giorni dal deposito dell’istanza lo Sportello Unico (Suap) deve comunicare al cittadino il nome e il cognome del responsabile del procedimento amministrativo cui rivolgersi per eventuali chiarimenti in merito allo stato della pratica e per tutte le altre questioni relative all’approvazione o al rigetto.

Entro 60 giorni dal deposito della domanda viene effettuata l’istruttoria e viene formulata una proposta di provvedimento, corredata da una dettagliata relazione, con la qualificazione tecnico-giuridica dell’intervento richiesto. Il responsabile del procedimento può sospendere il termine dell’istruttoria per chiedere una integrazione di documenti; lo può fare una sola volta e, comunque, non oltre 30 giorni dal deposito della domanda. In tal caso i termini iniziano a decorrere nuovamente da capo a partire dalla data di deposito delle integrazioni.

Se il responsabile del procedimento ritiene che, per il rilascio del permesso di costruire, è necessario apportare modifiche di modesta entità rispetto al progetto originario, può, sempre nel termine di 60 giorni dall’istanza, richiedere tali modifiche, illustrandone le ragioni e sospendendo il decorso del termine per la definizione della pratica.

Entro 30 giorni dalla proposta formulata dal responsabile del procedimento, il dirigente o il responsabile dell’ufficio adotta il provvedimento finale.

Il termine di 30 giorni per la richiesta di documentazione e quello di 60 giorni per la formulazione della proposta di provvedimento definitivo sono raddoppiati nei soli casi di progetti particolarmente complessi secondo la motivata risoluzione del responsabile del procedimento.

Regola del silenzio assenso
Se entro l’ultimo termine (quello di 30 giorni dalla proposta formulata dal responsabile del procedimento) il permesso di costruire non dovesse essere emesso, senza che vi sia stato un motivato diniego da parte del responsabile del procedimento, il permesso si considera accordato e l’interessato può iniziare la sua costruzione. Vale quindi la regola del silenzio assenso. L’unica eccezione è nei casi in cui sussistono vincoli relativi all’assetto idrogeologico, ambientali, paesaggistici o culturali, per i quali si applicano le disposizioni in tema di conferenza di servizi.

https://www.laleggepertutti.it/218867_permesso-di-costruire-come-ottenerlo

Il futuro passa anche dall’architettura

Il museo Futurium di Berlino è un condensato di innovazione architettonica, dove la sostenibilità ambientale gioca un ruolo importante.

Berlino continua ad essere una delle città più dinamiche e innovative d’Europa. E il recente progetto di un edificio per mostre ed eventi dimostra che questo dinamismo si riflette anche in architettura. Futurium, questo il nome del progetto, realizzato dallo studio Richter Musikowski, e situato nel cuore della capitale tedesca, in un’area compresa fra il Bundesministerium für Bildung und Forschung, il canale della Sprea, il porto di Humboldt e la stazione ferroviaria, mixa leggerezza e imponenza.

Facciate scultoree e illuminate, spazi verdi pubblici e forme iconiche conferiscono al complesso una forte identità. Lo sguardo al futuro non si limita al design ma risiede anche in una serie di interventi progettuali orientati al basso consumo energetico, che hanno permesso all’edificio di ottenere la certificazione green BNB-Gold.

Spazi esterni

Lo spazio esterno attorno al Futurium è organizzato in due ampi piazzali, dove si trovano gli ingressi principali. Gli ingressi hanno delle pensiline a sbalzo fino a 18 metri che consentono la creazione di spazi pubblici protetti, delineati da una pavimentazione puntinata.

Facciata retroventilata

Cuore del progetto è la facciata, composta da oltre 8000 pannelli retroventilati in metallo e vetro. Dalla forma romboidale, i pannelli hanno dimensioni diverse e quelli più grandi (70 x 70 cm) sono dotati di riflettori metallici e rivestiti esternamente con una lastra in vetro ceramico serigrafato.

La retroilluminazione crea l’immagine di una nuvola in movimento.

“La facciata- spiegano gli architetti- crea innumerevoli giochi di luce, diversi in base all’incidenza del sole. Questo si traduce in un involucro che cambia continuamente nell’arco del giorno e delle stagioni.”

Spazi interni

Gli spazi interni sono distribuiti su due livelli fuori terra e un piano interrato, dove si trova di ‘Futurium Lab’, uno spazio di 600 mq con pareti in cemento scuro e pavimentazione a piastre di asfalto nero.

Al piano terra si trova un ampio foyer dove, grazie alle ampie vetrate, viene favorito l’ingresso di luce naturale, mentre al primo piano c’è la grande sala espositiva.

Per finire, sul tetto è stato ricavato una sorta di corridoio pedonale che offre ai visitatori una vista della città dall’alto.

Sostenibilità ambientale

L’edificio è stato realizzato per essere sostenibile da un punto di vista ambientale. Gli architetti si sono affidati alla consulenza dello studio ingegneristico Werner Sobek, grazie alla quale sono state identificate alcune misure per ottimizzare il comfort e il fabbisogno energetico dell’edificio, combinando misure attive e passive.

Grazie a pannelli fotovoltaici e collettori solari viene prodotta l’energia necessaria al funzionamento della struttura. Sono presenti poi dei sistemi di raccolta dell’acqua piovana che viene riutilizzata per il raffrescamento dell’edificio e l’irrigazione delle aree verdi.

https://www.casaeclima.com/ar_35462__futuro-architettura-futurium-berlino.html

Il sogno che diventa realtà grazie alle case prefabbricate in legno o acciaio

 

Optare per la prefabbricazione del proprio immobile significa sposare una filosofia di vita al servizio di incredibili performance: dal costo ai tempi di realizzazione, dal design al rispetto dell’ambiente. Scopriamo tutti i perché delle case prefabbricate in legno o in acciaio.

Avete presente le classiche casette prefabbricate piccole e, diciamocelo, bruttine esteticamente? Perfetto, cancellatele dalla vostra memoria, perché il prefabbricato oggi è tutt’altra cosa. L’innovazione nelle tecniche e nei materiali ne ha permesso un enorme sviluppo, proponendo queste soluzioni come all’avanguardia, forti di numerosi e notevoli punti di forza. Dai tempi di realizzazione ai costi contenuti, dal design accattivante al rispetto per l’ambiente, fino alla qualità dal prodotto finale e all’alta possibilità di personalizzazione. Per questo e altri motivi il prefabbricato è oggi un settore in grande crescita e sviluppo. Scopriamo insieme tutti i perché delle case prefabbricate su misura. Tutto parte dai materiali.

Gran parte del merito di questa rivalutazione del prefabbricato è da attribuirsi all’evoluzione dei materiali. Su tutti il legno, che anche in un’edilizia tradizionalmente legata al mattone e al cemento, si sta ritagliando un discreto spazio. Questo materiale, adeguatamente trattato, risulta tra i più ecologici e sicuri, soprattutto dal punto di vista sismico. Ma non è solo una questione di vantaggi “fisici” e dimostrabili. Il legno è anche un’esperienza sensoriale, che parte dal tatto e dalla vista per arrivare fino all’olfatto: il solo entrare in una casa prefabbricata in legno, rilassa la mente e il corpo.

Altro materiale salito (o meglio, risalito) alla ribalta è l’acciaio. Grazie alla sua altissima duttilità è possibile dare forma a tutte le idee e le esigenze dei clienti, che possono totalmente personalizzare forme e strutture. L’acciaio, inoltre, permette di creare strutture leggere, caratteristica necessaria per limitare i danni in caso di evento sismico.
Legno o acciaio che sia, le case prefabbricate vengono spesso premontate in fabbrica, per poi essere assemblate in loco. Spesso, addirittura, i “pezzi” che compongono la struttura finale vengono montati senza l’utilizzo di chiodi o di colle. Ma la caratteristica più importante di queste abitazioni prefabbricate è il fatto che la quasi totalità dei materiali utilizzati, possono derivare dal riciclaggio dell’esistente. È come se si costruisse con i famosi mattoncini Lego: le strutture posso essere smontate, cambiate e riassemblate un’infinità di volte. Il fattore tempo e la personalizzazione. Uno dei grandi punti di forza delle case prefabbricate riguarda le tempistiche di produzione e costruzione. Dal momento della firma dell’atto d’acquisto all’ingresso in casa possono passare anche meno di sei mesi. Tutto compreso: dalla progettazione alla posa delle fondamenta, fino all’edificazione dell’immobile. Immaginate un terreno vuoto che nel giro di pochi mesi si trasforma nella casa dei vostri sogni.
Le case prefabbricate, infatti, sono quasi totalmente personalizzabili: la velocità di realizzazione al servizio del design. Come si diceva in apertura, infatti, bisogna superare lo stereotipo dell’abitazione costruita in serie, bisogna mettere da parte l’idea di omologazione. Tramite le nuove tecniche di costruzione, infatti, venire incontro alle richieste e alle esigenze del committente, è la prassi. Forme evolute, sinuose, che si adattano all’ambiente circostante. Che si preferisca uno stile rustico o uno più minimal, le case prefabbricate non pongono limiti alla fantasia (e ai bisogni) dei clienti.
Case prefabbricateTutti i vantaggi di scegliere le case prefabbricate in legno o in acciaio.
Costi ridotti e performance elevate. A fronte di uno sforzo maggiore in fase di progettazione, il committente potrà avere le chiavi di un’immobile su misura per sé, ad un prezzo imbattibile. A parità di caratteristiche energetiche, finiture e rivestimenti, infatti, la spesa per una casa prefabbricata può essere inferiore anche del 30% rispetto a edifici “tradizionali”. Il prezzo finale, inoltre, molto raramente varia molto rispetto a quanto preventivato: gli imprevisti in corso d’opera, infatti, sono ridotti al minimo.
Inoltre, fare questa scelta significa assicurarsi ineguagliabili performance energetiche dell’involucro: il legno e l’acciaio in questo senso sono impareggiabili. Sia dal punto di vista termico, che da quello dell’impatto ambientale, le case prefabbricate risultano la scelta più intelligente: il rapporto tra i costi e i risultati non hanno paragone. Senza contare che, come si diceva poc’anzi, gran parte dei materiali utilizzati possono derivare dal riciclo o essere riutilizzati in futuro. Con questo tipo di edilizia si sposa l’idea di un’economia circolare, obiettivo fondamentale per combattere alcuni dei grandi problemi ambientali della nostra epoca. Il tutto senza sacrificare l’attenzione e la precisione dei dettagli, il gusto estetico e il desiderio di un design ricercato e sofisticato.

Il decreto NTC 2018

Per scaricare il testo in PDF: https://www.caseprefabbricateinacciaio.it/tecniche/normative-costruzioni/

E’ finalmente disponibile in Gazzetta Ufficiale il testo delle nuove Norme Tecniche delle Costruzioni (a questo link la normativa) un aggiornamento che non avveniva dal 2008. L’entrata in vigore delle nuove regole, firmate dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Delrio, il Ministro dell’interno Minniti e il Capo Dipartimento della protezione civile Borrelli, è prevista entro 30 giorni dalla pubblicazione, mentre nel frattempo si aspetta la pubblicazione della Circolare applicativa e delle Appendici agli Eurocodici 2018.

Val al testo completo delle NTC tratto dalla Gazzetta Ufficiale in formato PDF in free download

Con le nuove NTC 2018 si stabiliscono le regole da seguire per la realizzazione, collaudo e prestazioni sia di nuove strutture, sia per l’adeguamento e la riqualificazione di quelle esistenti.

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NTC 2018, le nuove Norme tecniche costruzioni
NTC18 e Circolare: come cambia la progettazione geotecnica?
Il documento pubblicato in GU è composto da 3 articoli:

L’Articolo 1 presenta il testo aggiornato delle Norme Tecniche per le Costruzioni;
L’Articolo 2 stabilisce l’ambito di applicazione e le disposizioni transitorie
L’Articolo 3 notifica l’entrata in vigore delle NTc 2018 a 30 giorni dalla loro pubblicazione in GU
NTC 2018: novità nella progettazione geotecnica
Le Nuove NTC 2018 prevedono diverse novità nell’approccio statico progettuale geotecnico. Per approfondire su questo tema, proponiamo di leggere questo articolo contenente le considerazioni del Prof. Stefano Aversa che ha partecipato alla Commissione Geotecnica e che ha provveduto alla revisione della Circolare esplicativa.

NTC 2018: novità per adeguamento e miglioramento sismico
Per anticipare il cambiamento dell’approccio di miglioramento ed adeguamento sismico alla luce anche della revisione della Circolare, vi suggeriamo invece questo articolo in cui viene rivisto il rapporto che scandisce la scelta tra adeguamento e miglioramento.

Ecco i primi commenti sulle Nuove norme tecniche delle Costruzioni 2018

Il commento di Federbeton
La Federazione di settore delle Associazioni della filiera del cemento, del calcestruzzo, dei materiali di base, dei manufatti prefabbricati, componenti e strutture per le costruzioni Federbeton definisce le nuove regole di qualificazione e controllo dei materiali e sulle responsabilità degli operatori come “sinonimo di un mercato più qualificato, condiviso dagli operatori della nostra la filiera che promuove qualità ed etica in un settore in tensione per la decennale forte crisi.

Tuttavia, fermo restando il vivo apprezzamento con il quale la Federazione ha accolto la notizia dell’approvazione del provvedimento, non mancano alcune criticità. Sembra, infatti, che la sua applicazione nei tempi previsti – in tempi ristretti e con progetti che si accavallano tra vecchie e nuove Norme – potrebbe generare alcune difficoltà, soprattutto perché il quadro regolamentativo non è ancora completo. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sta, infatti, lavorando alla stesura della Circolare esplicativa e di alcune Linee guida che hanno l’obiettivo di fornire istruzioni operative per la corretta applicazione delle Norme.

Nell’auspicare una rapida emanazione di questi documenti, la Federazione si confronterà con il Consiglio Superiore per fornire tutte le informazioni utili a far sì che le eventuali criticità applicative che dovessero emergere siano risolte attraverso idonee istruzioni operative.”

Il decreto gennaio 2018 Aggiornamento delle «Norme tecniche per le costruzioni» pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, è un provvedimento a lungo atteso dal settore. Aggiorna, infatti, un corpo normativo in vigore ormai da 10 anni e non più in linea con la realtà del mercato delle costruzioni.

Molte le novità per la filiera che, pur se ancora migliorabili, vanno a chiarire alcuni aspetti che in questi anni hanno dato luogo a interpretazioni non univoche. Le precisazioni circa i metodi di identificazione, qualificazione, controllo dei materiali e prodotti e le responsabilità degli operatori vanno sicuramente nella direzione di una maggiore garanzia di durabilità e sicurezza delle opere”.

«Il vantaggio in termini di qualità e sicurezza per l’utente finale deve sempre essere un obiettivo irrinunciabile. Ma anche dal punto di vista degli operatori della filiera le nuove Norme tecniche portano un vantaggio importante ovvero il riconoscimento dei propri sforzi per il pieno rispetto delle regole, in un mercato nel quale la perdurante crisi ha acutizzato comportamenti superficiali ed evasivi lungo tutta la fase di realizzazione delle opere.» Questo il commento del Presidente di Federbeton Sergio Crippa sull’uscita del nuovo provvedimento che recepisce in larga parte le esigenze della filiera. La Federazione, sotto il profilo della legalità, ha avviato importanti iniziative di promozione, con il contributo significativo dell’Atecap (Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato sua associata).

Il giudizio del Cnappc sulle NTC 2018
“Complessivamente positive anche se non mancano le criticità. Si è persa l’occasione per introdurre il fascicolo del fabbricato”. Commenta così il Cnappc, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori la pubblicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni.

Per Rino La Mendola, Vicepresidente del Consiglio Nazionale e Componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici “le nuove norme tecniche riservano particolare attenzione agli interventi sugli edifici esistenti. La vecchia normativa negli interventi di miglioramento sismico , ad esempio, non imponeva il raggiungimento di standard particolari: bastava dimostrare che, con l’intervento, si migliorava la risposta strutturale della costruzione nei confronti di un sisma, anche in misura modesta. Con le nuove norme tecniche, invece, gli interventi di miglioramento sismico dovranno garantire una prestazione che oscilla, a seconda della destinazione d’uso, dal 60% al 100% delle prestazioni strutturali attese per le nuove costruzioni”.

“Per i beni culturali, in determinati casi, tali coefficienti potranno essere derogati, nella consapevolezza che in una basilica non possono essere raggiunte le performance strutturali previste per una costruzione in muratura, a comportamento scatolare, regolare in pianta ed in altezza”.

“Molta attenzione viene riservata all’affidabilità dei materiali ed alla manutenzione programmata della struttura durante la sua vita presunta. Tuttavia, a fronte di una grande attenzione per la manutenzione delle strutture di nuova costruzione e degli edifici dove sono previsti interventi di adeguamento o miglioramento sismico, non viene previsto nessuno strumento per il monitoraggio e la verifica costante delle condizioni di stabilità del patrimonio edilizio esistente”.

“Ciò costituisce – sottolinea il Consiglio Nazionale degli Architetti – una delle criticità più importanti della normativa vigente, soprattutto alla luce dei disastri causati negli ultimi anni dagli eventi sismici che hanno colpito l’Emilia Romagna ed il Centro Italia. La revisione delle norme avrebbe potuto costituire, infatti, una buona occasione per introdurre, anche con il supporto di un separato provvedimento normativo, quel “fascicolo del fabbricato” che promuoviamo da tanto tempo, quale strumento di monitoraggio delle condizioni di stabilità degli edifici esistenti. Una sorta di libretto sulla salute delle strutture e sullo stato di conservazione dei materiali, che un professionista incaricato dovrebbe aggiornare con una cadenza prestabilita, al fine di scongiurare quei collassi strutturali improvvisi che si succedono con una frequenza sempre più allarmante, non solo a seguito di un sisma, ma anche per semplice fatiscenza strutturale”.

http://www.ingegneri.info/news/edilizia/nuove-ntc-2018-gazzetta-ufficiale/?utm_campaign=Ingegneri-Newsletter&utm_medium=email&utm_source=newsletter

Centro Italia, in arrivo 897 milioni di euro per la ricostruzione post-sisma

Con l’Ordinanza 56 del 10 maggio 2018, la Commissaria straordinaria per la ricostruzione Paola De Micheli ha approvato il secondo programma di interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino delle opere pubbliche nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessati dal sisma del 2016.

Dei complessivi 897.037.141,17 euro per 558 interventi (indicati nell’Allegato 1), sono stanziati 500 milioni di euro per il 2018 e 397.037.141,17 euro per il 2019, così ripartiti fra le Regioni interessate:

  • Regione Marche: 540.590.401,86 euro per 317 interventi;
  • Regione Lazio: 149.537.181,80 euro per 86 interventi;
  • Regione Umbria: 122.331.672,00 euro per 104 interventi;
  • Regione Abruzzo: 84.577.885,51 euro per 51 interventi.

Ricordiamo che il primo programma di interventi di ricostruzione è partito nel settembre 2017 con 208 milioni di euro per 217 interventi nelle quattro Regioni interessate.

Centro Italia, il secondo programma di ricostruzione.

Nell’Allegato 1 all’Ordinanza sono indicate le opere interessate dagli interventi, individuate sulla base delle segnalazioni dei Presidenti delle Regioni – Vice Commissari alla ricostruzione.

Gli interventi finanziati sono quelli che rivestono importanza essenziale ai fini della ricostruzione. Si tratta di lavori su edifici che hanno un ruolo fondamentale ai fini della permanenza e della vita delle comunità residenti nei Comuni interessati, cioè edifici scolastici, strutture e presidi ospedalieri, caserme, immobili adibiti a sede municipale dei Comuni, musei, teatri, cimiteri, strutture ricettive, alloggi pubblici, opere di urbanizzazione e contro il dissesto idrogeologico, muri di contenimento lungo le strade, ponti.

Per ciascuna opera sono indicate la proprietà, il soggetto attuatore, l’ubicazione, la denominazione, la natura e tipologia di intervento e gli oneri complessivi, comprensivi di quelli afferenti la progettazione, le altre spese tecniche e le prestazioni specialistiche.

Per quanto riguarda le nuove costruzioni, gli enti proprietari degli immobili non oggetto di demolizione provvederanno, con fondi propri, al recupero, alla valorizzazione o all’impiego per altre finalità di interesse pubblico.

Centro Italia, la progettazione degli interventi

Gli interventi saranno progettati dai ‘soggetti attuatori’ (di cui all’art. 14, comma 4, del DL 189/2016), cioè gli uffici speciali per la ricostruzione attivati dalle Regioni, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Questi enti predisporranno i progetti esecutivi o, per gli interventi soggetti a procedura accelerata, i progetti definitivi.

Per rendere omogeneo il livello di approfondimento della progettazione, entro il 14 giugno 2018 (30 giorni dalla data di entrata in vigore dell’Ordinanza), il Commissario straordinario emanerà apposite linee guida per individuare gli elaborati che costituiscono il contenuto minimo dei progetti definitivi, anche in deroga all’articolo 23, comma 3, del Codice Appalti. Nel frattempo si procederà nel rispetto della vigente normativa.

I soggetti attuatori potranno conferire a progettisti esterni gli incarichi di progettazione, di direzione dei lavori e/o di coordinamento in materia di salute e di sicurezza durante l’esecuzione. Per la progettazione degli interventi, sono stanziati 30 milioni di euro, così ripartiti: il 10% alla Regione Abruzzo; il 14% alla Regione Lazio; il 62% alla Regione Marche; il 14% alla Regione Umbria.

L’Ordinanza illustra poi la procedura di approvazione dei progetti e di affidamento dei lavori, la procedura accelerata per gli interventi di importanza essenziale, la progettazione e il finanziamento degli interventi su edifici di proprietà mista pubblica e privata.

Infine, l’Ordinanza 56/2018 modifica le precedenti Ordinanze 27 del 9 giugno 2017, 33 dell’11 luglio 2017, 37 dell’8 settembre 2017 e 38 dell’8 settembre 2017.